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L’ANTICA CISTERNA DI ANTICOLI
Fino alla meta del secolo XVIII,ovvero intorno all’anno 1850, Anticoli era racchiusa dalle sue mura e la porta , o barriera,per accedere al borgo sulla cui sommità era situato il castello baronale,si trovava allineata all’attuale chiesa delle Suore dell’Immacolata di Santa Chiara  e nell’area ove oggi sorge il complesso dell’ex Grand Hotel  (Teatro e Scuola Alberghiera ), esistevano  le stalle per il ricovero degli animali ,allora numerosissimi per l’esclusiva attività contadina della popolazione e nello spazio occupato dall’attuale Piazza Trento e Trieste , esisteva  un volubro naturale ,ovvero una forra per la raccolta dell’acqua piovana:
La presenza di un alveo per la conservazione dell’acqua era allora di vitale necessità per abbeverare le bestie ,per le esigenze alimentari e igieniche,invece,gli anticolani erano costretti a recarsi alla fonte di Fiuji  (Fiuggi) in località Sparagato ,per attingere l’acqua potabile  adoperando capaci barili che caricavano in groppa ad asini o muli,mentre le donne riempivano  d’acqua le caratteristiche conche di rame che le trasportavano collocandole sulla testa protetta da capaci corolle (in dialetto coroglie).
Già nei secoli precedenti gli anticolani avevano realizzato rudimentali pozzi per attingere acqua sorgiva ma con poca fortuna ,non per niente ancora oggi nel nostro territorio comunale  abbiamo la località “ Iu puzzo” (il pozzo)  ,situata sotto il Convento dei Cappuccini che sta ad evocare l’esistenza di un pozzo,ove in effetti,data l’ubicazione della località al di sotto di montagne,era facile l’esistenza di falde acquifere a profondità superficiali ,non solo, ma anche altri toponimi di attuali strade come Via della Cisterna e Via della Cisterna antica stanno a testimoniare le necessarie presenze di cisterne di acqua  che gli anticolani avevano costruito per i loro bisogni agricoli,alimentari ed igienici .
Verso gli anni trenta  del 1800,gli amministratori comunali del tempo,con l’approvazione dei delegati pontifici,allo scopo di bonificare l’ambiente ed eliminare il volubro, anche per evitare il ristagno di acque e quindi il pericolo di malaria per la presenza di zanzare ,costruirono una cisterna ove raccogliere l’acqua piovana  e attingerla con secchi manovrati da carrucole a mano.
Si trattò allora di una  realizzazione all’avanguardia perché permise un attingimento di acqua più igienico e più regolare.
Agli inizi del 1900 quando si cominciava a sviluppare la nuova attività di accoglienza dei forestieri bisognosi di cure dell’acqua  curativa ,sorse la necessità di realizzare complessi ricettivi per cui si iniziò la costruzione di pensioni e di alberghi tra cui il Grand-Hotel,inaugurato nel 1910, e,proprio per tale grandioso insediamento si dovette ricorrere agli espropri delle numerose stalle ed alla sistemazione dell’intera area comprendente l’antica cisterna. trasformandola in un ampio spazio ,prima denominato Piazza degli Olmi per la presenza di alberi appartenenti a tale varietà botanica. successivamente,nei primi anni venti del secolo scorso, chiamata Piazza Trento e Trieste per celebrare il ritorno della due città all’Italia dopo la conclusione della prima guerra mondiale.
Proprio per la presenza di un vasto ambiente sottostante la Piazza,durante l’ultima guerra mondiale,allo scopo di proteggere la popolazione dai violenti bombardamenti che l’aviazione alleata operava sull’Italia,si prospettò l’ipotesi di realizzare un rifugio antiaereo che poi naufragò sia per l’eccessiva spesa a cui si sarebbe andati incontro ma anche perché l’esiguo strato di copertura della piazza non sarebbe stato sufficiente a realizzare una sicura struttura contro la potenza delle bombe .
Con la realizzazione della piazza l’antica cisterna venne coperta dal calpestìo e dall’asfalto e rimase nascosta fino a quando ,alla fine degli anni novanta,si realizzò la nuova sistemazione della piazza ,che ne  evidenziò la sua antica esistenza  e che oggi si può ammirare anche nella sua originaria struttura.

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