25) Liber Statutorum Terrae Anticoli in Campanea

La riscoperta dei Liber Statutorum Terrae Anticoli in Campanea. Una storia intrigante di un documento da divulgare. Martino V, il papa che concesse alla popolazione lo sfruttamento dell'acqua di Fiuggi, approvò il documento.

Il 20 gennaio 2017 presso il salone comunale sono stati presentati gli Statuti di Anticoli, Liber Statutorum Terrae Anticoli in Campanea, che sono conservati presso l’archivio del Senato della Repubblica. Il lavoro di ricerca e di studio è stato possibile grazie al lavoro di un team di specialisti tra cui Francesca Pontri e Sandro Notari coordinati dal prof. Gioacchino Giammaria dell’ISALM con sede in Anagni. Pur se sottovalutato, l’evento è stato forse uno dei più interessanti della storia del nostro territorio in quanto ci riporta con certezza alle origini della nostra vita sociale ed economica dell’anno 1400 e dintorni. Del documento, infatti, se ne è parlato molto in passato nelle descrizione di studiosi del nostro territorio, da Giuliano Floridi a Carlo D’Amico a Don Celestino Ludovici ma senza averne mai traccia. Ora sappiamo che gli statuti sono approdati negli archivi del Senato nel 1972 per opera di qualcuno le cui generalità sono ancora ignote, ma questi non erano stati sistematicamente catalogati per cui la ricerca da parte degli studiosi è stata particolarmente difficoltosa.

La storia degli Statuti di Anticoli parte la lontanissimo. Per ora sappiamo che nel 1503 circa un certo Stefano Porcari riscrisse, ovvero ritrascrisse su carta, gli statuti che fin dal 1410 regolarono i comportamenti della gens anticolana. Gli statuti ovviamente rimasero ad Anticoli fino ad un certo periodo, che non possiamo accertare con sicurezza, per poi sparire dalla circolazione. Fu l’archeologo Giovanni Battista De Rossi, lo scopritore delle Catacombe di San Callisto, che trascorrendo un periodo ad Anticoli intorno al 1880, ritrovò una copia degli statuti. Però nel 1881 se ne perdono nuovamente le tracce sino a ricomparire da qualche parte ed in modo abbastanza riservato nel 1971. Dal 1972 giacciono, come già accennato in Senato ma anche qui sono rimasti nell’oblio sino a poco tempo fa ovvero sino a quando gli archivisti appassionati non ne hanno rintracciato l’esistenza. In effetti si sapeva già dell’esistenza di questi statuti ma non era stato mai organizzato un approfondimento come quello svolto il 20 gennaio.

Fu il compianto Giuliano Floridi, amico nonché appassionato storico della nostra terra, che nel suo libro “La Storia di Fiuggi” del 1979 riuscì a riportare alcune notizie e concetti riguardanti gli Statuti. Sicuramente nel suo archivio nel tempo transitarono tali statuti e qualcuno ne appuntò gli aspetti salienti. Tali documenti oggi fanno parte dell’archivio di stato e sono conservati a Guarcino, terra originaria dei Floridi.
Da testimonianze passate sappiamo anche che una copia degli statuti fu posseduta per un certo periodo dalla famiglia Verghetti che la trasferì a studiosi senza poi averne più traccia.

Negli statuti si possono ritrovare, oltre le leggi che regolamentavano i diritti e i buoni comportamenti della popolazione anche la descrizione della vita sociale, economica ed urbanistica del territorio. Tra le molte cose interessanti sappiamo dagli statuti che l’economia si reggeva principalmente con l’allevamento e la vendita di maiali e prosciutti. 
 e con la coltivazione di zafferano che in quei tempi veniva utilizzato come condimento e molto probabilmente come colorante naturale. Sappiamo alcune proprietà delle famiglie più importanti e sicuramente i possedimenti dei Benedettini di Subiaco con le chiese esistenti sul territorio. Due capitoli erano dedicati alla presenza degli ebrei nella comunità anticolana. Sappiamo dell’origine dei toponimi che hanno dato il nome alle contrade principali che sarebbero dovute essere circa diciotto molte delle quali hanno conservato l’etimologia: Piè di vigna, Le valli, Migliano, Tefuci. Sappiamo che viene citata anche la Fons Fiujy.

Tra l’altro si citano le consuetudini della popolazione tra cui quelle di avere un mercato settimanale già dal 1410 ed onorare le festività di San Biagio e di San Rocco che si sono tramandate sino ai nostri giorni.

Tra i principi sanciti nello statuto si evidenzia che i rappresentati Vicari della comunità venivano scelti dalla popolazione, duravano in carica sei mesi e dovevano rendere conto ad un comitato del loro operato ogni due mesi. Tutta la popolazione poteva partecipare alle assemblee e dalla età di 15 anni poteva assumere cariche importanti come custodia dei campi.
Negli statuti si nota ancora la “benevolenza” che il papato ha avuto nei confronti di questo territorio. Gregorio XII confermò che i castellani avrebbero avuto il loro potere decisorio ed autonomo. Fu poi Martino V nel 1425 a trasferire al popolo anticolano la concessione perpetua delle sorgenti dell’acqua Fiuggi. Fu lo stesso Martino V , il 12 giugno 1419 a confermare ed approvare gli Statuti di Anticoli.

Ora per capire le vicissitudini degli Statuti sarebbe interessante approfondire anche gli statuti originari delle comunità confinanti come quella di Ferentino che sono stati scritti sempre dal Porcari e studiati da Antonio Floridi (altro ramo dei Floridi di Fiuggi- Guarcino)

Alla luce di questi fatti l’Associazione Culturale Carlo D’Amico per Fiuggi – Anticoli si auspica che l’Amministrazione Comunale possa programmare una riproduzione ed una traduzione degli stessi in modo da riportarli nella sede originaria al fine di diffondere tra le giovani generazioni la conoscenza della genesi delle loro origini e chiudere un anello antropologico della nostra civiltà. A tale proposito l’Associazione sarà in prima linea affinché quanto sopra venga concretizzato aprendo un comitato attivo per la riproduzione, la traduzione e la divulgazione degli Statuti e possa contemporaneamente coadiuvare e sostenere l’Amministrazione per questa finalità. Le associazioni e quanti vogliano partecipare all’iniziativa potranno contattare il n. 3464993714.

Felice D’Amico

  • Presentazione del 20 gennaio 2017
  • Approvazione degli Statuti da parte di Martino V