23) La gnomonica applicata all’architettura di Fiuggi. Una parte di storia di Fiuggi sconosciuta che ha come protagonista il Capitano d’Albertis.

L’indomani  che il direttore del nostro giornale mi aveva assegnato lo spazio per descrivere la storia degli edifici più importanti del nostro territorio mi ero messo da subito con entusiasmo a lavorare sul programma e sull’ordine da tenere per la redazione  dei vari pezzi, anche se non nego, con molta difficoltà dovuta principalmente alle scelte delle priorità . Costruitami già l’idea e la scaletta da seguire c’è stata all’improvviso una novità che mi ha talmente entusiasmato che senza pensarci due volte ho ritenuto da subito condividerla con voi e quindi stravolgere l’intera scaletta della rubrica. Succede che i primi giorni di marzo di quest’anno durante la visita sul gruppo facebook “Carlo D’Amico per Fiuggi-Anticoli” –agorà virtuale sella storia del nostro territorio ideato da mio padre quando ancora era in vita- vengo fulminato e contemporaneamente illuminato da un paio di foto storiche postate da una nostra iscritta : Anna d’ Albertis fino ad allora una “illustre sconosciuta” ,con tutto il rispetto per Anna.
Anna sta  conducendo da molto tempo delle ricerche su un  suo pro zio  ed  attraverso internet è risalita alla nostra passione  per il territorio di Fiuggi . Ci ha coinvolti nel suo piacevole  interesse  a ricostruire l’affascinante storia di un suo pro zio vissuto  a cavallo tra il diciannovesimo ed il ventesimo secolo : Enrico d’Albertis. Ovviamente vi domanderete il perché.
Enrico Alberto d’Albertis –( e qui, per non rischiare di romanzare la sua storia e dare una informazione oggettiva, riporto la presentazione tratta da Wikipedia ) - nasce a Voltri il 23 marzo 1846 e muore a Genova il 3 marzo 1932 è stato un navigatore, scrittore, etnologo e filantropo italiano.
“Il suo spirito avventuroso e curioso lo portò a legare la sua vita al mare e ai viaggi e a farne un modello della cultura scientifica sviluppata specialmente sulla base dei suoi viaggi transoceanici verso rotte esotiche e, al tempo in cui visse, assai spesso poco conosciute.
Fu tra i fondatori del primo Yacht club d'Italia (nel 1879) e, a bordo del Violante e del Corsaro, i suoi due cutter, viaggiò nel Mediterraneo e nell'Oceano Atlantico, seguendo la rotta intrapresa quattrocento anni prima da Colombo. Raggiunse San Salvador nel 1893, utilizzando gli strumenti nautici da lui stesso ricostruiti su modello di quelli in uso ai tempi del grande navigatore genovese.
Il suo nome è legato all’omonimo castello  – il Castello d'Albertis - oggi sede del Museo delle Culture del Mondo.
Anche suo cugino Luigi Maria d'Albertis, membro della spedizione garibaldina dei Mille, fu un esploratore, botanico e naturalista.”

Ovviamente un uomo come lui dalle caratteristiche marcatamente spiccate  non potremmo meravigliarci se si sia interessato anche di altre attività tra cui : viaggi, storia, natura, astronomia, gnomonica,  architettura , storia dell’arte,  archeologia,  speleologia e fotografia

Per tutta la sua lunga vita – come mi ha raccontato Anna d’Albertis - ha viaggiato, prima con i suoi yacht e poi con i mezzi “pubblici”, dalla nave al cammello, dal treno all’automobile, ed ha persino imparato a pilotare i primi aerei, quelli con le ali di tela. Ha fatto tre volte il giro del mondo e ha viaggiato in lungo e in largo per l’Europa e per i paesi che si affacciano sul Mediterraneo.-

Nonostante la sua forte tempra dovette combattere con l’artrite e i reumatismi, che lo obbligarono a recarsi presso  numerosi stabilimenti termali in Italia e all’Estero.  Ma - come prosegue la sua pronipote Anna - dato che stare in ozio non è mai stato il suo forte, mentre si trovava da qualche parte per le sue cure termali, spesso si proponeva come gnomonista e disegnava meridiane. Così ne ha fatte a Vinadio, a Fiuggi, a Bormio, a San Pellegrino e persino ad Helouan in Egitto.-Quindi a causa dei suoi acciacchi ha soggiornato  a Fiuggi diverse volte, tra il 1911 e il 1913. Sicuramente dietro il consiglio delle persone influenti che in quel periodo diedero lustro al nostro territorio. Il capitano – come era chiamato- conosceva certamente l’Ing Gay , i senatori. Marco Besso  e Vincenzo Stefano Breda e sicuramente il Capo del Governo Giolitti che ebbe modo anche di fotografarlo proprio qui a Fiuggi durante il suo soggiorno. Ed ecco che il legame del Capitano d’Albertis  con Fiuggi venne consolidato in quanto proprio durante la sua permanenza collaborò con architetti e ingegneri per la realizzazione di meridiane interessandosi , forse,  anche di altri aspetti delle costruzioni. Nel 1912 il Cav. Ing. Ferruccio Gay, lo incaricò di realizzare una meridiana sulla facciata del suo villino che stava costruendo  in  via Vecchia Fiuggi, purtroppo demolito negli anni sessanta. Il villino si trovava nel terreno ove attualmente sono stati costruiti il poliambulatorio medico e l’hotel Bonifacio.
Enrico d’Albertis seguì come osservatore parte dei lavori  elargendo ,chissà; anche qualche consiglio all’Ingegnere Gay. Sono veramente interessanti alcune fotografie fatte dallo stesso d’Albertis durante le varie fasi dei lavori. L’ing . Ferruccio Gay acquistò questo terreno agli inizi del 1900  e vi realizzò un villino in stile liberty con richiami di architetture tipiche dei luoghi di villeggiatura termali e lacustri. La composizione della pianta era abbastanza regolare con tetti a padiglione discretamente pendenti dove lateralmente emergeva una torretta come gran parte dei villini , fortunatamente ancora presenti nel centro termale. Su questo lato, alla base proprio della torretta, l’ingegnere fece realizzare una interessante meridiana ,di cui ne rimangono splendide immagini d’epoca scattate proprio dal capitano d’Albertis. Sempre nel 1912 Enrico d’accordo con gli architetti Burba e Giovenale nonché con le proprietà  progettò altre meridiane : una per il Palazzo della Fonte e un’altra  per il Grand Hotel. Sappiamo che quella progettata per il Palazzo della Fonte, purtroppo  non fu più realizzata . Possiamo immaginare che ciò accadde in quanto il Palazzo nel 1912 era stato già terminato ed inaugurato iniziando ad accogliere i turisti per cui sarebbe stato forse difficoltoso riaprire i lavori sulla facciata principale ,quella orientata a sud est, dove attualmente è ubicato l’ingresso principale. Rimangono comunque bellissimi disegni di questa particolare opera conservati a Genova presso il Museo Castello d’Albertis . Era prassi che nelle meridiane fosse inciso un motto particolare che evidenziasse il luogo. Per la meridiana del palazzo  coniò la seguente.

 “Di Fiuggi il Grand Hotel ti sia dimora,
 di Fiuggi ti sia l’onda salutare,
 di Fiuggi a te lieta e ridente l’ora”

Un primo motto, poi scartato,  così recitava:
“Passeggero che ti struggi
a cercar salute a Fiuggi
che all’ora qui non sfuggi.”

Per il Grand-Hotel Casinò  D’Albertis ci ha lasciato un lavoro grafico interessantissimo che è conservato presso il Museo delle culture nel mondo di Genova oltre ad una  documentazione fotografica della meridiana. Purtroppo ,però di questo lavoro, qui a Fiuggi, si sono perse le tracce che cercheremo di recuperare. E’ probabile che vecchi lavori di ristrutturazione abbiano alterato i luoghi facendone perdere i segni. Ovviamente sarebbe dovuta sorgere nel lato corto o in quello lungo  della facciata a valle ove oggi è situato l’Istituto  Alberghiero.

Il motto di quest’altra interessante meridiana era:
Di Fiuggi il Gran Hotel ti sia dimora
di Fiuggi ti sia l’onda salutare
di Fiuggi a te lieta e  ridente l’ora

Meridiana di Enrico d’Albertis 1912 per il Grand Hotel –ad oggi non più esistente- Gentile concessione dell’ Archivio fotografico Castello D'Albertis Museo delle culture del mondo, Comune di Genova

Il lavoro di Enrico prosegue assiduamente anche  nel 1913, anno in cui  progettò un’altra meridiana per “la casa delle monache “ a cui attualmente è affidata tutta la memoria storica di questo periodo e di quest’uomo straordinario in quanto è l’unica opera attualmente esistente e che tutti noi e i frequentatori di Fiuggi conoscono poiché è diventato un segno di riconoscimento della parte storica di Fiuggi. Tutti sappiamo anche a memoria il  motto che Enrico coniò per questa ::
 “Salve a chi arriva salve a chi parte
 l'ora vi do' con vecchia scienza e arte”
durante gli anni settanta la meridiana fu restaura senza che si conoscesse la sua vera origine e soprattutto senza consultarne il progetto in quanto nessuno si è preoccupato di conoscerne la vera storia con la conseguenza  che il risultato  ottenuto non è stato dei migliori.

Nello stesso anno lavorò ancora  su un’altra meridiana  che  era destinata al villino del Comm. Marco Besso in ricordo del figlio Salvatore..Il primo villino di una certa importanza in stile liberty realizzato nei pressi del centro storico di Fiuggi che fa da cornice a tutte le fotografie d’epoca esistenti di Anticoli di Campagna poi divenuto Fiuggi. Non sappiamo dove Enrico avrebbe collocato la meridiana ma sicuramente nella facciata a valle e forse proprio sulla torretta esistente dove l’orientamento sarebbe quello più ideale.  Il commendatore acquistò nel 1911 il villino dall’ Ing  Stefano Breda che l’aveva realizzato agli inizi del 900 ma questa è un’altra storia che cercheremo di raccontarla in un altro numero del giornale .Per questa meridiana Enrico d’Albertis volle coniare parole commemorative per ricordare il figlio di Marco Besso deceduto durante un suo viaggio a Pechino all’età di 28 anni
“Della partenza sua ricordo il giorno, ma l’ora non dirò del suo ritorno.Giovane e forte il nostro Salvatore innamorato del lontano oriente lasciò la Patria e da quel giorno l’ore passano tristi dalla morte spente.”
A conclusione di questa  cronaca dal passato possiamo senz’altro ritenerci molto appagati ed orgogliosi di aver  scritto una pagina storica importantissima di Fiuggi fino ad oggi sconosciuta  . Ovviamente senza l’aiuto, la disponibilità e  la collaborazione di Anna d’Albertis e del Museo del Castello d’Albertis rappresentato dalla dottoressa  Maria Camilla De Palma , la ricostruzione di questi fatti importanti forse non sarebbero  mai emersi .

Suggeriamo ,per chi fosse curioso di approfondire la conoscenza dello straordinario personaggio di fare riferimento al libro di Anna d’Albertis: Marinaio Gentiluomo. La vita avventurosa di Enrico D’Albertis  un moderno viaggiatore di altri tempi  Genova, Il Golfo, 2005,
Sento , dunque , la necessità di ringraziare, anche a nome del direttore del giornale, la dottoressa Maria Camilla De Palma ed Anna d’Albertis  sperando che , insieme, si possano nell’immediato futuro organizzare degli incontri  con il Comune di Fiuggi per far conoscere, attraverso mostre e manifestazioni,  la documentazione che il  Capitano Enrico d’Albertis ha prodotto durante il  periodo trascorso a Fiuggi    Dalle colonne di questo giornale  lanciamo un appello all’Amministrazione Comunale di Fiuggi affinché ciò possa presto essere programmato. Felice D'Amico